SGARBI ANNUNCIA LE DIMISSIONI
Vittorio Sgarbi ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di sottosegretario alla Cultura durante il suo intervento sul palco a Milano, dove era ospite dell’evento Ripartenza organizzato da Nicola Porro. La decisione del noto critico d’arte è stata presa in seguito alla vicenda della presunta incompatibilità tra il suo ruolo istituzionale e altre attività, tra cui conferenze, mostre e presentazioni.
Il procedimento avviato dall’Antitrust ha avuto conclusione oggi, e la decisione sarà comunicata lunedì. Sgarbi ha dichiarato che farà certamente ricorso al Tar, poiché ritiene di essere vittima di ingiustizie e persecuzioni. Durante il suo intervento, ha anche polemizzato con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, facendo riferimento a due lettere anonime che sarebbero state trasmesse all’Antitrust dallo stesso ministro.
SGARBI: “LE ACCUSE SONO INGIUSTE”
Vittorio Sgarbi ha ribadito di ritenere ingiuste le accuse mossegli riguardo alla presunta incompatibilità tra il suo ruolo di sottosegretario alla Cultura e le altre attività che svolge come critico d’arte. Durante il suo intervento a Milano, ha sottolineato di aver sempre agito nel rispetto delle norme e delle leggi, e di essere convinto di poter dimostrare la sua innocenza in merito alle accuse a suo carico.
Il critico d’arte ha sostenuto che la sua attività di conferenziere, curatore di mostre e presentatore non implica un conflitto d’interessi con il suo ruolo istituzionale, e che il suo impegno nel campo culturale è sempre stato volto a promuovere e valorizzare l’arte italiana. Sgarbi ha affermato di aver svolto tutte le sue attività in piena trasparenza, e di non aver mai agito in modo lesivo nei confronti dell’istituzione che rappresenta.
LA POLEMICA CON IL MINISTRO DELLA CULTURA
Durante il suo intervento, Vittorio Sgarbi ha polemizzato con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sostenendo che il procedimento avviato dall’Antitrust sarebbe stato influenzato da due lettere anonime trasmesse dall’esponente del governo. Sgarbi ha accusato il ministro di aver orchestrato una campagna diffamatoria nei suoi confronti, dimostrando un atteggiamento persecutorio.
Il critico d’arte ha sottolineato di non aver mai ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte del ministro riguardo alle accuse o al procedimento avviato dall’Antitrust. Sgarbi ha dichiarato di essere pronto a difendere la propria reputazione e il proprio operato in sede legale, e di non temere le manovre ostili volte a screditare la sua figura pubblica.
LE DIMISSIONI E IL RICORSO AL TAR
In seguito alle polemiche e alle accuse mosse nei suoi confronti, Vittorio Sgarbi ha deciso di presentare le dimissioni dalla carica di sottosegretario alla Cultura. Durante il suo intervento a Milano, ha annunciato che ricorrerà al Tar per fare luce sulla vicenda e dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. Sgarbi ha sottolineato la sua volontà di lottare per la verità e di non lasciare impuniti i tentativi di danneggiare la sua reputazione e il suo impegno nel campo culturale.
Il critico d’arte ha ringraziato Nicola Porro per avergli concesso la possibilità di annunciare le sue dimissioni durante l’evento Ripartenza a Milano, e ha dichiarato di aver scelto di farlo in un contesto pubblico per difendere la propria onorabilità e il proprio operato. Sgarbi ha riaffermato la sua ferma convinzione di aver agito nel pieno rispetto delle regole e delle norme, e di essere determinato a dimostrare la sua innocenza in sede legale.
CONCLUSIONE
La decisione di Vittorio Sgarbi di presentare le dimissioni dalla carica di sottosegretario alla Cultura ha suscitato polemiche e dibattiti sul rispetto delle norme e delle leggi in ambito istituzionale e culturale. La vicenda dell’Antitrust e le accuse mosse nei confronti del noto critico d’arte hanno sollevato interrogativi sulla trasparenza e la correttezza nell’esercizio delle funzioni pubbliche. L’annuncio delle dimissioni e il ricorso al Tar da parte di Sgarbi promettono nuovi capitoli di una vicenda che ha destato grande interesse e dibattito nella società italiana.
