FILIPPO MOSCA RACCONTA LA SUA ESPERIENZA IN CARCERE IN ROMANIA
Filippo Mosca ha raccontato la sua terribile esperienza di detenzione nel carcere di Poarta Alba in Romania, dove si trova da 9 mesi in seguito a una condanna in primo grado per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il giovane ha rivelato di aver sofferto di continui attacchi di panico e ansia, e ha denunciato le condizioni disumane in cui si trova.
LA VICENDA DI FILIPPO
La vicenda di Filippo Mosca è ormai nota: il ragazzo è stato condannato a 8 anni e 6 mesi di carcere per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. La sua disavventura è iniziata quando, nel 2023, insieme ad alcuni amici aveva deciso di partecipare al festival di musica Mamaia, che si tiene ogni anno a inizio maggio nel teatro estivo di Costanza. Quella che doveva essere una vacanza spensierata si è trasformata in un vero e proprio incubo quando Filippo è stato arrestato.
LE CONDIZIONI IN CARCERE
Filippo ha raccontato che, una volta in carcere, è stato costretto ad occupare una cella della sezione 5, inutilizzata da tempo e in condizioni disumane. Le condizioni igieniche erano alquanto precarie, con escrementi ovunque, materassi danneggiati e un’ampia presenza di insetti. Il giovane ha inoltre denunciato il mercato nero degli abiti e il furto di cibo e vestiti da parte degli altri detenuti.
NEGATO L’ACCESSO AI FARMACI
La madre di Filippo, vivendo a Londra con le altre due sue figlie, ha lanciato l’allarme sulle condizioni disumane di detenzione del figlio, sottolineando in particolare il fatto che a Filippo è stato negato l’accesso ai farmaci. Viene infatti consentito solo l’utilizzo dei farmaci passati dall’infermeria, privando il giovane degli eventuali medicinali che la sua famiglia gli avrebbe potuto mandare.
INTERROGAZIONE A BRUXELLES
La vicenda di Filippo Mosca ha suscitato grande scalpore e il suo caso è arrivato fino a Bruxelles, dove l’eurodeputato Pietro Bartolo presenterà a breve una formale interrogazione alla Commissione. Bartolo intende chiedere conto delle condizioni di detenzione dell’italiano nel carcere di Poarta Alba, indicato come uno dei peggiori in Europa e più volte oggetto di condanna da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo per trattamenti inumani e degradanti.
CONCLUSIONE
La situazione di Filippo Mosca è solo uno dei tanti casi di detenzione in condizioni disumane che avvengono ogni giorno in diverse parti del mondo. Il suo racconto evidenzia la necessità di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica verso la condizione dei detenuti, assicurando loro un trattamento dignitoso e rispettoso dei diritti umani. La speranza è che, grazie all’interrogazione di Pietro Bartolo, si possa fare luce su questa terribile vicenda e trovare una soluzione per migliorare le condizioni di Filippo e di tutti coloro che si trovano in situazioni simili.