Dengue, record di 3 milioni di casi in Brasile. Solo 117 casi in Italia, nessuno autoctono.

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**BRASILE: UNA SITUAZIONE ALLARMENTE IN CRESCITA**

Il Brasile ha recentemente superato la soglia dei 3 milioni di casi di dengue nel 2024, un numero quasi raddoppiato rispetto all’intero anno precedente. Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, il Paese ha registrato un totale di 3.062.181 probabili infezioni, con un tasso di 1.508 casi ogni 100.000 abitanti, stabilendo così un nuovo record nella storia del Brasile.

Elevato anche il numero dei decessi confermati, che ha raggiunto quota 1.256, mentre altri 1.857 sono sotto inchiesta. A guidare la statistica degli Stati con maggiori contagi è il Distretto Federale di Brasilia, con 7,3mila casi ogni 100mila abitanti. Secondo l’Organizzazione panamericana della sanità, il Brasile rappresenterà quasi l’80% dei casi della malattia registrati in tutta l’America Latina nel corso del 2024.

**IN PERÙ TRIPLICANO CONTAGI E MORTALITÀ**

Anche in Perù la situazione è allarmante, con un triplicarsi dei casi e dei decessi dovuti all’epidemia di dengue rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le infezioni sono più frequenti nelle aree più povere del paese e il governo sta intensificando gli sforzi per contenere la diffusione del virus. Il governo della presidente Dina Boluarte ha annunciato di aver approvato un “decreto di emergenza” con misure economiche straordinarie per rafforzare la strategia contro l’epidemia.

I dati in Perù sono allarmanti perché la capacità di diffusione della zanzara Aedes Aegypti sta raggiungendo regioni dove la dengue non era mai stata rilevata prima, secondo gli esperti. Il maggior numero di casi è stato segnalato nelle regioni costiere e settentrionali del paese, come Lima, La Libertad e Piura. La dengue ha registrato un’incidenza elevata di 330,27 casi ogni 100.000 abitanti, aggiungendosi a gravi epidemie in altre nazioni sudamericane come Brasile e Argentina.

**IN ITALIA 117 CASI CONFERMATI, NESSUNO AUTOCTONO**

Fino all’8 aprile 2024, in Italia sono stati confermati 117 casi di dengue, ma nessuno di essi è autoctono. I casi sono tutti associati a viaggi all’estero, con un’età mediana di 42 anni e nessun decesso. Inoltre, è stato confermato un caso di Zika Virus, tre casi di Chikungunya e un caso di infezione neuro-invasiva TBE, tutti associati a viaggi all’estero. Non sono stati segnalati casi di virus Toscana.

**PREGELIASCO: “IN ITALIA CASI IMPORTATI POTREBBERO SALIRE A 500-1000″**

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, ha dichiarato che l’Italia potrebbe aspettarsi almeno 500 casi importati di dengue dall’estero, considerando i 117 casi registrati fino all’8 aprile. Se l’emergenza in Brasile dovesse continuare, il numero potrebbe salire a circa 1000. Inoltre, potrebbero verificarsi anche casi autoctoni, stimati intorno ai 200-300. Il Paese ha emanato tre circolari per contrastare l’emergenza e mantenere alta la guardia.

**LA VACCINAZIONE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE**

A febbraio 2023, l’Aifa ha autorizzato l’utilizzo e la commercializzazione di un vaccino tetravalente vivo attenuato per la prevenzione della malattia da dengue causata da uno qualsiasi dei quattro sierotipi del virus. La vaccinazione potrebbe giocare un ruolo cruciale nella prevenzione della diffusione della dengue, specialmente in Paesi ad alto rischio come Brasile, Perù e Italia.

In conclusione, la diffusione della dengue in Sud America e nell’Europa meridionale richiede una risposta tempestiva e coordinata da parte delle autorità sanitarie. È essenziale adottare misure preventive efficaci, come la vaccinazione e il controllo dei vettori, per contenere la diffusione del virus e proteggere la salute pubblica.

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