DELITTO DI AVETRANA: L’OMICIDIO DI SARAH SCAZZI
A tredici anni dall’omicidio di Sarah Scazzi e in concomitanza con la scarcerazione di Michele Misseri, il fratello Claudio si racconta a Fanpage.it. “Non provo rancore verso chi ha ucciso mia sorella, solo senso di vuoto. Il perdono? Non me l’hanno mai chiesto”.
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UN CRIMINE CHE ANCORA SCONVOLGE L’ITALIA
In concomitanza con l’imminente scarcerazione di Michele Misseri si riaccendono i riflettori sull’omicidio che tredici anni fa sconvolse l’Italia. Quello ad Avetrana della 15enne Sarah Scazzi uccisa, secondo quanto emerso dalle indagini, dalla cugina Sabrina Misseri e dalla zia Cosima Serrano, con la complicità dello zio Michele Misseri, che occultò il cadavere. Cugina e zia di Sarah sono state condannate all’ergastolo e si trovano in carcere, lo zio Michele (che continua a sostenere di essere il vero responsabile dell’omicidio) ha ormai finito di scontare la sua pena. Tornerà a vivere ad Avetrana, lì dove è stato commesso nel 2010 l’omicidio di Sarah Scazzi.
IL FRATELLO MAGGIORE DI SARAH, CLAUDIO SCAZZI, SI RACCONTA
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Claudio Scazzi Claudio, se torni indietro al 26 agosto 2010, che cosa vedi? Il ricordo che ho di quei giorni è puramente di un grande stress e grande caos, di grandi paure. Mi chiamò mia mamma, dicendomi che non si trovava Sarah, che Sarah era scomparsa. Cominciai a preoccuparmi fin da subito, anche se la mia idea iniziale era che lei fosse andata in qualche centro commerciale e avesse perso il pullman e quindi non fosse riuscita a ritornare ad Avetrana. Immediatamente dopo provai a chiamarla, ma il suo cellulare era spento. I giorni seguenti sono stati poi un susseguirsi di cose che abbiamo provato a fare per capire. Capire la sorte di Sarah.
AVEVI DEI SOSPETTI?
In realtà non c’è stato mai alcun sentore fino al 6 ottobre, per tutto quel periodo non si sapeva veramente cosa pensare. Non c’erano sospetti: dalla sera alla mattina pensavi qualsiasi cosa. Sabrina, Cosima e Michele frequentavano casa di mia mamma, parlavano con lei e con mio padre. I miei sospetti quindi non si sono mai direzionati verso di loro finché non c’è stato l’arresto di Michele.
ARRIVIAMO AL 6 OTTOBRE 2010. CHE RICORDI HAI?
Quel giorno, in cui fu arrestato Michele e fece ritrovare il corpo di Sarah, io ero qui a Varese (dove abita da 15 anni, ndr). Il giorno successivo sono partito di mattina presto per essere ad Avetrana la sera. In quella situazione hai troppe cose tutte assieme. Non è facile, non hai un pensiero univoco, semplicemente esegui, ma non ha il tempo di di essere lucido, di pensare, di razionalizzare ciò che succede.
PER L’OMICIDIO DI SARAH SONO STATE CONDANNATE TUA CUGINA SABRINA E LA ZIA COSIMA. CHE RAPPORTO AVEVI CON SABRINA?
Il rapporto con Sabrina è sempre stato un rapporto normale fra parenti, fra cugini. Si andava insieme al mare, si mangiava insieme alle feste e non ci sono mai stati problemi fino a quel momento, quindi nulla da ridire per quello che è stato il passato. Dopo chiaramente è emerso tutto. L’indagine ha fatto emergere tutto, c’è stata la condanna. Ad oggi non provo rancore verso di loro. C’è piuttosto quella sensazione in cui ti viene lasciato un vuoto: passi dall’avere un rapporto molto buono a poi dover prendere atto di quello che è successo e di quello che è stato fatto. Non provo rancore semplicemente perché il rancore, secondo me, è un sentimento che sfocia molte volte in vendetta e non è quello che cerco io, non è quello che mi interessa.
HAI MAI PENSATO AL PERDONO?
Il perdono non spetta neanche a me, anche perché non mi è stato mai chiesto, non mi è stata mai posta la domanda da loro. Sabrina e Cosima continuano a professarsi innocenti, Michele colpevole. Ho sempre detto che è una strategia loro, portata avanti da loro. E hanno il diritto di farlo, cioè non puoi obbligare le persone a dire quello che vuoi tu e a fare quello che vuoi tu. È una strategia che hanno sempre avuto, hanno sempre portato avanti e la porteranno avanti sempre.
VORRESTI DIRE LORO QUALCOSA?
Non ho niente da dire, non ho domande particolari. Piuttosto, loro se vogliono potrebbero dire qualcosa a me. Sicuramente sarebbe più più utile. Nel senso che sono loro che dovrebbero rivelare più particolari sui fatti, dettagli che non sono emersi fino ad oggi. Le cose da dire sono, diciamo quelle piccolezze che non si sono sapute perché lì non c’era una telecamera, non c’era un testimone oculare del delitto. Quindi tutta la ricostruzione è stata fatta su dati tecnici, dati corretti, dati giusti. Ma sono dati, loro potrebbero far luce su una serie di elementi che conoscono solo loro.
CHE OPINIONE TI SEI FATTO DEL LAVORO DI INDAGINE SVOLTO FINO A OGGI?
Sono sempre stato soddisfatto della Procura, delle indagini e della gente che ci ha lavorato. Li ho sempre elogiati perché hanno fatto un grande lavoro e meritano tutto il mio rispetto e la mia stima.
NEI PROSSIMI GIORNI MICHELE MISSERI VERRÀ SCARCERATO. COME LA STAI VIVENDO?
Michele Misseri è già stato scarcerato una volta, è stato ad Avetrana tanto tempo dopo quella scarcerazione. Non è mai successo niente, nel senso che poi alla fine uno incontra le persone se le vuole incontrare. Se uno non vuole incontrare determinate persone non ci vuole tanto…
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