Davide Possanzini traccia la strada del Mantova verso la Serie B: intervista esclusiva su Fanpage Sport.

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” deve essere una cosa in cui credo al 100%, altrimenti non lo farei. Io la mia idea di calcio la metto in campo perché credo che sia la cosa giusta e solo in quel modo riesco a convincere i giocatori. Non è solo dettare l’ordine ma far capire anche il perché di una certa azione, in modo da coinvolgerli emotivamente e fa sì che la credibilità venga dal campo e non solo dalle parole. Io metto in campo quello che penso, il calciatore ci mette la sua qualità e insieme riusciamo a costruire una proposta efficace”.La sua promozione dalla Serie C alla Serie B si avvicina sempre di più ma come ha vissuto il passaggio da calciatore ad allenatore?”Quello è stato un momento molto doloroso. Ho finito di giocare e non ho partecipato neanche alla festa perché dentro di me c’era qualcosa che non andava. Dopo un po’ ho deciso di voler fare l’allenatore ma mi sono detto ‘se non sento la pelle d’oca, se non mi stimola dentro, allora non lo faccio’. E devo dire che è stato un processo lungo e difficile, un po’ come la mia carriera da calciatore. Ho iniziato a poterlo fare come secondo di De Zerbi e anche lì ho fiducia in me e nelle mie qualità, anche se con la consapevolezza che dovevo continuare a imparare e migliorare. Questo è stato un in bocca al lupo. Alla fine mi è sempre stato detto che nessuno può giudicarmi se non lo faccio io per primo e io ho sempre voluto confrontarmi con me stesso, migliorarmi e superare i miei limiti. Tutto il resto arriva”.

Davide Possanzini sta vivendo un momento importante nel suo percorso da allenatore ma l’obiettivo non è solo la promozione in Serie B ma anche la costruzione di qualcosa di duraturo: “Ora abbiamo una storia da scrivere e io voglio esserne un tassello importante ma non l’unico. Spero che ci sia qualcuno, se sarà il Prefetto Piccoli o qualcun altro, che tenga poi la storia che stiamo scrivendo e non la dimentichi. Io ho la mia idea di calcio e voglio svilupparla al meglio ma questo non deve dipendere da me: se io dicessi domani che mi andrebbero ad allenare in un’altra piazza io lo farei con lo stesso entusiasmo perché la passione per il calcio è quella ma ora questo è il mio mondo e voglio viverlo al meglio”.

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