LA MOZIONE DI SFIDUCIA CONTRO LA MINISTRA DEL TURISMO
La mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo agita la maggioranza, anche se l’esponente di Fratelli d’Italia fa sapere di essere “zero preoccupata”. “E’ un voto importante, giustamente l’opposizione fa la sua parte – ha sottolineato la ministra – rendendo però più forte la maggioranza”.
IL MESSAGGIO DI UNITÀ ALLA COALIZIONE DI CENTRODESTRA
Il messaggio sottinteso, con la richiesta di massima unità, sembra diretto a tutto il centrodestra, perché se è vero che i leader, dalla premier Giorgia Meloni ai due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, si dicono certi della coesione della maggioranza e le dichiarazioni mantengono una linea garantista, non è un mistero che i guai giudiziari della ministra qualche pensiero lo stiano dando. Il timore principale è che a una bocciatura della mozione di sfiducia possano seguire sviluppi nell’inchiesta appena chiusa o nuovi procedimenti capaci di creare imbarazzi, nel bel mezzo di una primavera elettorale che, da qui a giugno, testerà su più livelli la tenuta della coalizione di governo. La speranza non detta è che la ministra tragga da sé le conclusioni sull’opportunità o meno di rimanere in carica, soprattutto in caso di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Milano.
LA DISCUSSIONE IN AULA E LE ACCUSE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Ieri è cominciata la discussione in Aula. Emma Pavanelli, deputata M5s, è stata la prima a prendere la parola sottolineando più volte “l’assenza” della ministra nell’aula di Montecitorio e accusando “l’assordante silenzio del governo e di Fratelli d’Italia”. “Avrei voluto rivolgermi alla ministra Santanchè o a qualche ministro, ma purtroppo vediamo che sono assenti”, ha spiegato la deputata del Movimento 5 Stelle, Emma Pavanelli, illustrando la mozione che chiede le dimissioni della ministra. “Evidentemente la maggioranza ha preferito tenerla nascosta”.
LA POSIZIONE DI MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE
“Votiamo no alla sfiducia a Santanché perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari”, scrive su X il leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Daniela Santanché ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanchè che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici – aggiunge. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul giustizialismo”. Un disonore per le istituzioni, secondo Giuseppe Conte del M5s, il comportamento di Santanchè. “Garantismo per cosa? Qui la garanzia è che si stanno disonorando le istituzioni”, ha detto al presidio dell’agenzia Agi ribattendo al commento di Italia Viva riguardo al garantismo sul caso Santanchè. “Il garantismo è una cosa seria non lo invochiamo fuor di luogo. Ci sono garanzie costituzionali che riguardano i processi e che vanno garantite a tutti gli imputati e gli indagati ma è una cosa ben diversa sui stiamo parlando di responsabilità politica, di opportunità”.