Controversia su antifascismo: botta e risposta virale tra Serena Bortone e avvocata De Pace.

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SERENA BORTONE: “ESSERE ANTIFASCISTI È UNICANTE”

Durante una puntata di Che sarà… la trasmissione condotta da Serena Bortone su Rai3 la giornalista e conduttrice ha difeso l’uso del termine antifascista mentre dibatteva, tra gli altri, con l’avvocata Annamaria Bernardini de Pace, mentre in studio c’erano, tra gli altri, Salvo Sottile, Antonio Padellaro, Elena Stancanelli e Valerio Lundini. La discussione è partita da quanto successo nei giorni scorsi a Roma per la celebrazione di Acca Larentia, dove un migliaio di persone si è riunito per ricordare la strage del 78 e come ogni anno lo hanno ricordato facendo il saluto romano al grido di “Presente”.

UN BOTTAN RISPOSTA CHE DIVENTA VIRALE

Il video dello spezzone della trasmissione ha cominciato a circolare in rete ed è diventato virale, anche perché le parole della giornalista sono state dette sulla tv di Stato mentre il partito di maggioranza del Governo è accusato di non avere tagliato completamente i ponti con i nostalgici del Ventennio. A quel punto è cominciato un botta e risposta proprio tra Bortone e Bernardini de Pace che, invece, trovava superfluo usare ancora quei termini.

BERNARDINI DE PACE: “BASTA FASCISTI E ANTIFASCISTI”

Durante la discussione, Bernardini de Pace ha affermato che “Basta fascisti e antifascisti, c’è la Democrazia, il fascismo è stato sconfitto quindi basta”. Ha poi aggiunto: “Io di mio non ne parlerei, se poi ci sono 1000 persone che alzano il braccio teso, purtroppo, funziona così”.

BORTONE: “IO MI CI INDIGNO ANCORA”

La conduttrice ha risposto affermando che “c’è la democrazia anche perché il fascismo è stato sconfitto”. Inoltre, ha aggiunto: “Perché bisogna continuare a tirare fuori questo argomento?” continuando così il dialogo con Bernardini De Pace, che ha replicato considerando che ci sono 1000 persone che alzano il braccio teso. La conduttrice ha replicato dicendo “Beh, io mi ci indigno ancora”.

LA LIBERTÀ DI ESSERE ANTIFASCISTI

La discussione è proseguita con Bernardini De Pace che ha insistito affermando che ci sono anche gli assassini. La conduttrice ha risposto spiegando che, però, gli assassini vengono condannati, moralmente oltre che giuridicamente, mentre se uno fa finta di essere fascista quando il fascismo non c’è, non può essere condannato. Serena Bortone ha chiuso la discussione spiegando che la libertà che le riconosceva Bernardini De Pace derivava proprio dal suo essere antifascista, dicendo: “Io sono libera proprio perché sono antifascista e sono fiera di esserlo”.

CONCLUSIONE

Il botta e risposta tra Serena Bortone e l’avvocata Bernardini De Pace su Rai3 ha sollevato diverse reazioni e ha acceso il dibattito sulla necessità di definirsi antifascisti in un’epoca in cui il tema del fascismo e dell’estremismo politico è ancora attuale. La discussione è emersa nel contesto di una cerimonia di commemorazione della strage del 1978, evento che ha portato alla ribalta la necessità di confrontare la storia del fascismo in Italia con gli attuali movimenti politici e sociali. La posizione di Bortone, che ha difeso il proprio essere antifascista come motivo di libertà, ha suscitato un ampio dibattito e ha portato alla riflessione su come l’Italia affronta il suo passato e il suo presente politico.

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