Israele ha bombardato uno degli ultimi depositi di cibo dell’UNRWA a Gaza
All’apice di una carestia che sta causando la morte per fame di molti palestinesi l’esercito israeliano ha bombardato ieri un magazzino dell’UNRWA adibito alla distribuzione di aiuti alimentari nel sud della Striscia di Gaza. Il bilancio del raid è di almeno un morto e 22 feriti, portando a 165 il numero dei dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi uccisi negli ultimi cinque mesi di guerra. L’esercito israeliano non ha risposto a una richiesta di commento, tuttavia il portavoce dell’esercito – contrammiraglio Daniel Hagari – ha dichiarato che Tel Aviv starebbe cercando di “inondare Gaza di aiuti umanitari”.
Lazzarini: “Israele conosceva le coordinate del deposito UNRWA”
Una dichiarazione prontamente smentita dal numero uno dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, che ha commentato: “L’attacco di oggi contro uno dei pochissimi centri di distribuzione UNRWA rimasti nella Striscia di Gaza avviene mentre le scorte di cibo stanno finendo, la fame è diffusa e in alcune aree si sta trasformando in carestia. Ogni giorno condividiamo le coordinate di tutte le nostre strutture nella Striscia di Gaza con le parti in conflitto. L’esercito israeliano ha ricevuto ieri le coordinate di questa struttura. L’ONU, il suo personale, i locali e i beni devono essere protetti in ogni momento. Dall’inizio di questa guerra, gli attacchi contro le strutture, i convogli e il personale delle Nazioni Unite sono diventati un luogo comune in palese violazione del diritto umanitario internazionale. Chiedo ancora una volta un’indagine indipendente su queste violazioni e sulla necessità di trovare le responsabilità”.
Netanyahu: “L’attacco a Rafah ci sarà”
Intanto il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito che l’operazione a Rafah, nel sud della Striscia, è “necessaria per raggiungere gli obiettivi della guerra di Israele contro Hamas”. Il premier ha aggiunto che intende “rimpiazzare” l’UNRWA a Gaza con altre organizzazioni e per questo ha ringraziato l’Olanda di aver ritirato i finanziamenti all’agenzia dell’Onu. Poi ha respinto l’idea del riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese.