Conflitto Israelo-Palestinese: Hamas rinvia risposta su tregua e ostaggi, media sostengono “Pronto a rifiutare accordo”

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CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE: NESSUNA RISPOSTA DA HAMAS SULLA TREGUA E SUL RILASCIO DEGLI OSTAGGI

GUERRA IN MEDIO ORIENTE E LA RISPOSTA DI HAMAS

Non è arrivata questa sera la risposta di Hamas sulla proposta di tregua e per il rilascio degli ostaggi elaborata nei giorni scorsi a Parigi e mediata da Egitto e Qatar. Media israeliani e palestinesi sostengono che il gruppo sia pronto a rifiutare l’intesa e a dettare le proprie condizioni.

LA PROPOSTA DI TREGUA E L’APPROCCIO DI HAMAS

In giornata una televisione saudita aveva fatto sapere che la risposta di Hamas sarebbe arrivata proprio oggi, domenica 4 febbraio, questa è stata tuttavia rimandata. Media locali sostengono che il gruppo islamista sia pronto a rifiutare l’intesa e a dettare le proprie condizioni.

LA POSSIBILE RIFIUTA DELL’ACCORDO DI PARIGI

Secondo quanto riferito dal media saudita Al-Arabiya, ripreso anche dagli israeliani Ynet e Jerusalem Post, Hamas sarebbe intenzionato a rifiutare l’intesa e vorrebbe chiedere la liberazione di un maggior numero di detenuti palestinesi.

LE RICHIESTE DI HAMAS E IL DIALOGO IN CORSO

La risposta scritta a Egitto e Qatar dovrebbe essere inviata “contemporaneamente” nelle prossime ore e – secondo fonti citate da un altro quotidiano saudita, Al-Sharq – conterrebbe anche la richiesta di un totale cessate il fuoco, da sempre rifiutato da Israele.

LE DICHIARAZIONI DI NETANYAHU E LA POLITICA DI ISRAELE

“Voglio essere chiaro riguardo alla nostra politica: l’obiettivo essenziale è innanzitutto l’eliminazione di Hamas”, ha ribadito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu intervenendo all’inizio dell’incontro settimanale del governo a Tel Aviv. Secondo il premier, tre sarebbero le condizioni per realizzare questo obiettivo: la distruzione dei restanti battaglioni di Hamas, di cui 17 su 24 sono stati sconfitti; operazioni di rastrellamento, che l’esercito starebbe attuando con raid nel Nord e nel centro della Striscia, e la neutralizzazione della rete di tunnel di Hamas, “che richiede più tempo”.

IL BILANCIO DELLE VITTIME E IL NUOVO AGGIORNAMENTO

Intanto, continua a salire il bilancio dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio degli attacchi israeliani. I morti sarebbero almeno 27.365, secondo quanto si legge nel nuovo aggiornamento delle vittime fornito dal ministero della Sanità di Gaza. I feriti sarebbero 66.630. Solo nelle ultime 24 ore sono state uccise almeno 130 persone, aggiunge il ministero.

LE AZIONI DI ISRAELE E I NUOVI SCONTI

Nell’asilo avevano trovato rifugio molti sfollati. Nelle ultime ore invece l’esercito israeliano ha compiuto un ‘raid mirato’ a Khan Yunis (nel sud della striscia di Gaza) nella base al-Qadsia, roccaforte della Brigata di Hamas che fungeva da centro di addestramento militare e dove si trovavano gli uffici di Mohammed Sinwar, il fratello del leader locale di Hamas Yihia Sinwar. Entrambi sono tuttora ricercati. Da quella sala di comando, ha riferito il portavoce militare, sono stati progettati i massacri del 7 ottobre.

CONCLUSIONE E PUNTO

In conclusione, la situazione in Medio Oriente continua a essere estremamente delicata e in rapida evoluzione. Le dichiarazioni e le azioni di entrambe le parti rendono evidente la complessità del conflitto israelo-palestinese e la difficoltà nel trovare una soluzione che possa portare a una pace duratura. L’attuale stallo nelle trattative e il persistere delle ostilità rappresentano una minaccia per la stabilità e la sicurezza della regione nel suo complesso. Sono necessari sforzi congiunti della comunità internazionale per favorire un dialogo costruttivo e per cercare di raggiungere una soluzione pacifica che possa porre fine a decenni di conflitto e sofferenza per entrambe le parti coinvolte.

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