Conflitto Israelo-Palestinese: Attacco Israele a Rafah, Amnesty lancia l’allarme

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CONFLITTO ISRAELO-PALESTINESE: ATTACCO DI ISRAELE A RAFAH E LE DENUNCE DI AMNESTY

Riccardo Noury di Amnesty Italia parla della situazione a Rafah

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha lanciato l’allarme su una possibile catastrofe umanitaria a Rafah, in seguito all’annuncio di un’azione di terra da parte del premier Israeliano Benjamin Netanyahu. Noury ha dichiarato che se la comunità internazionale non riuscirà a fermare Israele da mettere in atto l’offensiva a Sud della Striscia di Gaza, si porterà una macchia enorme sulla coscienza. Ha anche evidenziato le nuove prove di attacchi illegali israeliani a Rafah, che devono essere indagati come crimini di guerra.

LA SITUAZIONE A RAFAH E LA TRAGEDIA UMANITARIA

Secondo Noury, a Rafah c’è un rischio concreto e imminente di genocidio, considerando che quasi 1,5 milioni di persone si trovano stipate in meno di 70 chilometri quadrati, circondate dall’esercito israeliano. Inoltre, l’attuazione di migliaia di tende non sarebbe sufficiente, in quanto servirebbero anche servizi igienico-sanitari e forniture mediche per far fronte alla situazione emergenziale.

LE AZIONI DI NETANYAHU E LA REAZIONE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

Noury ha evidenziato che Netanyahu ha annunciato un’azione potente nonostante la scadenza del termine, il 26 febbraio, fissato dalla Corte internazionale di Giustizia per rendere conto sull’attuazione delle misure provvisorie. Il fatto che la comunità internazionale non sia riuscita a fermare le azioni di Netanyahu, nonostante la plausibilità dell’accusa di genocidio, dimostra l’impotenza di fronte alla situazione. Inoltre, Noury ha sottolineato che nemmeno gli stati generalmente partner di Israele, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, siano riusciti a ricondurre Netanyahu alla ragionevolezza.

LE NUOVE PROVE DI ATTACCHI ILLEGALI ISRAELIANI A RAFAH

Amnesty ha denunciato nuove prove di attacchi illegali israeliani a Rafah, avvenuti in dicembre e gennaio. Tre di questi attacchi sono avvenuti di notte, colpendo edifici dove si trovavano famiglie nel sonno, senza obiettivi militari nei dintorni. In un caso specifico, un attacco ha colpito un quartiere di Rafah, indicato come sicuro dalle mappe israeliane alle persone in fuga dalla zona. Secondo Noury, questi attacchi illegali devono essere indagati come crimini di guerra.

LA NARVAZIONE DEI MEDIA E LE CRITICHE A LIVELLO INTERNAZIONALE

Noury ha criticato la narrazione dei media che sembra negare lo storico di oppressione e occupazione, concentrando l’attenzione solo sui recenti eventi iniziati il 7 ottobre. Secondo Amnesty, la narrazione dominante non tiene conto del lungo periodo di violenze e oppressione che affligge la popolazione di Gaza. Noury ha concluso affermando che è necessario un cambio di narrazione, incentrando l’attenzione su tutto ciò che accade e non solo sugli eventi recenti.

In conclusione, la situazione a Rafah è estremamente critica e il rischio di genocidio e crimini di guerra è evidente. La comunità internazionale si trova di fronte a una situazione difficile, in cui l’impotenza nell’evitare azioni illegali e violente da parte di Israele mette a rischio la vita di migliaia di civili. La denuncia di Amnesty Italia rivela l’urgenza di intervenire per evitare una catastrofe umanitaria.

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