Condannato all’ergastolo per l’omicidio di Agata Scuto

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OMNICIDIO E OCCULTAMENTO DEL CADAVARE DI AGATA SCUTO

La terza Corte d’assise di Catania ha condannato all’ergastolo Rosario Palermo, 63 anni, per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Agata Scuto, la 22enne figlia della sua allora compagna, scomparsa il 4 giugno del 2012 da Acireale.

RICOATTIVO IL CASO

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Sentenza

È stato condannato all’ergastolo Rosario Palermo, 63enne unico indagato per la scomparsa e l’omicidio di Agata Scuto. La sentenza di primo grado presso il Tribunale di Catania è arrivata oggi, martedì 16 gennaio 2024. Erano presenti in aula l’avvocato dell’associazione Penelope Sicilia, Assunta Nicolosi, e gli avvocati di Penelope Italia Odv costituitasi parte civile. La sentenza accoglie le richieste del Pm Francesco Puleio.

“Sicuramente ricorreremo in appello, rispettiamo la sentenza ma non la condividiamo, altri commenti sono superflui in questo momento, dobbiamo prima leggere le motivazioni”, ha commentato subito dopo la sentenza l’avvocato di Rosario Palermo, che non considera una confessione quella che ha portato all’arresto dell’uomo dieci anni dopo la scomparsa della ragazza.

INDIZI E CONFESSIONI

Rosario Palermo, detto Saro, è l’ex compagno della madre di Agatina Scuto: l’uomo avrebbe confessato le sue responsabilità verbalizzando un proprio pensiero in automobile. “Abbiamo trovato la ragazza, morta… il corpo l’abbiamo trovato in un casolare nelle campagne di Pachino.. l’abbiamo trovata strangolata. È morta strangolata e bruciata. E ora ci facciamo l’autopsia”, diceva a voce alta Palermo mentre era a bordo della sua automobile.

Nell’ordinanza il Gip di Catania citava proprio l’intercettazione ambientale: “All’interno della propria autovettura spaventato dal suo possibile arresto, manifestava il proprio timore che il corpo di Agata Scuto venisse trovato in un casolare a Pachino e che si accertasse che la stessa era stata strangolata e bruciata, riflettendo sulla necessità, inoltre, di recarsi sul luogo per verificare cosa fosse rimasto del cadavere”.

LA SCOMPARSA

Agata Scuto, una ragazza con disabilità cognitive e fisiche, scomparve improvvisamente all’età di 22 anni il 4 giugno del 2012 da Acireale: nella prima denuncia di scomparsa la madre raccontò di averla lasciata a casa da sola quel giorno e di non averla più trovata. Poco tempo dopo però la denuncia fu ritirata proprio in base ai racconti del compagno della madre che diceva di aver visto la ragazza. Poi, negli scorsi anni, anche grazie alla trasmissione “Chi l’ha visto?” si è tornati a parlare del caso e la procura ha aperto un fascicolo per omicidio.

Un omicidio straziante

Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato commesso per evitare che si scoprisse che la ragazza, con la quale avrebbe avuto una relazione segreta, era rimasta incinta. La Corte ha disposto anche l’isolamento diurno per un anno e il risarcimento alle parti civili da quantificare in separata sede. La Corte d’assise ha assolto invece l’ex convivente dell’uomo che era accusata di favoreggiamento personale nei confronti dell’imputato. Il corpo della giovane, malgrado le ricerche, non è stato mai trovato.

La commozione della famiglia

Dopo la sentenza è scoppiato subito il pianto dei familiari di Agata Scuto, che hanno seguito la lettura della sentenza nella sala della Corte d’assise. “Finalmente è arrivata la giustizia” è stato il commento della sorella della vittima, Arianna Scuto. La famiglia aveva sempre sostenuto che Palermo avesse ucciso Agata per proteggere la loro storia d’amore e fuggire da una maternità che non avrebbe accettato.

Nelle prossime ore verranno rese note le motivazioni della sentenza. La vicenda di Agata Scuto aggiunge un solco doloroso tra i casi di femminicidio e carnefici particolarmente subdoli e spregiudicati. Ma per il momento si è fatta luce su una vicenda misteriosa che ha sconvolto un’intera comunità, riportando speranza nei cuori di coloro che hanno tanto sofferto e atteso.

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