La campagna di cosiddetta “Passaportizzazione” russa nei territori occupati dell’Ucraina sarebbe arrivata a nuovi livelli spaventosi. Secondo la denuncia delle autorità locali di Kiev, i russi avrebbero minacciato di sequestro i bimbi appena nati negli ospedali del Lugansk nel caso in cui nessuno dei genitori prenda la cittadinanza russa. La notizia è riportata dal Think tank ISW citando informazioni del capo dell’amministrazione militare ucraina, Artem Lysohor.
In pratica, da maggio, negli ospedali della regione ucraina sotto occupazione russa, i neo genitori sarebbero a rischio di vedersi portare via i loro bimbi appena nati se nessuno dei due riesce a dimostrare di avere la cittadinanza russa e dunque un passaporto e documenti validati da Mosca. Secondo Lysohor, da lunedì prossimo le madri che partoriscono negli ospedali del Lugansk dovranno dimostrare la cittadinanza russa di almeno uno dei genitori del bimbo “affinché quest’ultimo possa essere dimesso dall’ospedale”.
COME SOTTOLINEA L’INSTITUTE FOR THE STUDY OF WAR (ISW), SE IL CASO SARA’ CONFERMATO, SARA’ UNA VIOLAZIONE DELLA CONVENZIONE SUL GENOCIDIO, PERCHE’ INTRODUCE “MISURE MIRANTI AD IMPEDIRE NASCITE ALL’INTERNO” DI UN GRUPPO NAZIONALE, ETNICO