LA COMMISSIONE EUROPEA CHIUDE IN ANTICIPO LA PROCEDURA TRIS RELATIVA ALLA LEGGE ITALIANA
La Commissione europea ha chiuso, in anticipo rispetto ai tempi previsti, la procedura Tris (l’acronimo sta per Sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche) relativa alla legge italiana, che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata e impedisce di usare termini meat sounding (ossia, che rimandino alla carne animale) per prodotti a base di proteine vegetali. Al cuore della motivazione pubblicata dall’esecutivo dell’Unione ci sono la contestazione della violazione di una direttiva europea e una richiesta di una rendicontazione degli sviluppi dati al disegno di legge.
LA DIRETTIVA UE 2015/1535 E IL SUO RISPETTO DA PARTE DEGLI STATI MEMBRI
L’articolo 6 della direttiva Ue 2015/1535 impone agli Stati membri di informare la Commissione di qualsiasi progetto di regolamentazione tecnica prima della sua adozione. A partire dalla data di notifica del progetto, un periodo di status quo di tre mesi, durante il quale lo Stato membro non può adottare la regolamentazione in questione, consente alla Commissione e agli altri Stati membri di esaminare il testo notificato e rispondere adeguatamente. Laddove emerga che i progetti possano ostacolare principi comunitari come la libera circolazione delle merci, la Commissione può presentare un parere circostanziato a cui lo Stato membro è tenuto a rispondere.
Il DISCORSO DEL GOVERNO ITALIANO
Nel caso del disegno di legge sulla carne coltivata, il Governo ha ritirato il provvedimento dalla procedura prima che il Parlamento italiano lo approvasse, per cui la Commissione ha invitato lo Stato membro “a informarla del seguito dato, anche alla luce della giurisprudenza…