Cambio di rotta: nuovo equipaggio al comando

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INVERTIRE LA ROTTA CAMBIANDO EQUIPAGGIO

Una frase che racchiude da sola il senso dell’intero intervento di questa mattina al Senato di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, nell’informativa sulla situazione dell’ex Ilva e dove non sono stati risparmiati affondi nei confronti della ArcelorMittal con cui si sta portando avanti un braccio di ferro circa le sorti dello stabilimento – e non solo – tarantino.

“L’IMPIANTO È IN UNA SITUAZIONE DI GRAVE CRISI: NEL 2023 LA PRODUZIONE SI ATTESTERÀ A MENO DI 3 MILIONI DI TONNELLATE, COME NEL 2022, BEN SOTTO L’OBIETTIVO MINIMO CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE NEL 2023 DI 4 MILIONI, PER POI QUEST’ANNO RISALIRE A 5 MILIONI. NULLA DI QUELLO CHE ERA STATO PROGRAMMATO È STATO REALIZZATO.

“Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto in merito ai livelli occupazionali e al rilancio industriale”. Ha continuato il ministro secondo cui sull’ex Ilva “c’è l’urgenza di un intervento drastico che segni una svolta netta rispetto alle vicende per nulla esaltanti degli ultimi 10 anni. Ci impegniamo a ricostruire l’ex Ilva competitiva sulla TECNOLOGIA GREEN”.

ARCCELORMITTAL SCARICA GLI ONERI E VUOLE PRIVILEGI: È INACCETTABILE

“Arcelor Mittal si è dichiarata disponibile ad accettare di scendere in minoranza ma non a contribuire finanziariamente in ragione della propria quota, scaricando l’intero onere finanziario sullo Stato ma, nel contempo, reclamando il privilegio concesso negli originali patti tra gli azionisti realizzati quando diedero vita alla società Acciaierie d’Italia di condividere in ogni caso la governance, così da condizionare ogni ulteriore decisione. Cosa che non è accettabile né percorribile sia nella sostanza che alla luce dei vincoli europei sugli aiuti di Stato”, ha continuato il ministro Urso.

TROVARE ALTRI INVESTITORI

“Abbiamo quindi dato mandato ad INVITALIA e al suo team di legali di esplorare ogni possibile conseguente soluzione. Sono ore decisive per garantire, nell’immediato – in assenza di impegno del socio privato – la continuità della produzione, e la salvaguardia dell’occupazione, nel periodo necessario a trovare altri investitori di natura industriale. Questa è la situazione che abbiamo davanti a noi, pregiudicata dalle decisioni assunte dai governi precedenti, della scorsa legislatura, a cui tutti insieme dobbiamo ora rimediare con la massima assunzione di responsabilità”.

PIANO SIDERURGICO NAZIONALE SU 4 POLI TARANTO, TERNI, PIOMBINO E ACCIAIERIE DEL NORD

Dopo la ricostruzione della vicenda degli ultimi anni in cui, secondo Urso, furono firmati “patti parasociali sbilanciati”, l’esplicitazione dell’agenda del Governo che intende prendere di nuovo in mano i maggiori impianti per, rimodernizzandoli, rilanciarli. In merito a Taranto, Urso parla della riaffermazione nel ruolo di “campione industriale, e del controllo della filiera per l’intero ciclo, dal minerale al prodotto finito”. Per quanto riguarda quello di Terni, il rafforzamento nella produzione acciaio speciale. Quindi la ripresa di Piombino con “le potenzialità sulle rotaie che fino qui ha sottoperformato, potenziali nuovi investitori stranieri con cui sottoscrivere un memorandum di intesa”. E, infine, il supporto “alle acciaierie nel Nord che stanno portando avanti una svolta green senza precedenti in Europa”.

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