Due donne e un uomo accusati di torturare scimmie in gruppi social
Le recenti accuse rivolte a due donne britanniche e a un uomo statunitense hanno scosso l’opinione pubblica internazionale. L’inchiesta sulle attività criminali di questa rete globale di sadici organizzatori di torture sulle scimmie ha portato alla luce uno scenario raccapricciante. Le donne britanniche sono state identificate come Holly LeGresley e Adriana Orme, mentre l’uomo statunitense è Michael Macartney, noto come “Torture King”.
LE PRIME INDAGINI E L’OPERAZIONE DI SMANTELLAMENTO
Le prime indagini sono state avviate lo scorso anno dopo una denuncia della BBC che ha scoperto l’esistenza di una rete globale di persone che, attraverso gruppi su piattaforme social, richiedeva e pagava per video di torture sugli animali, in particolare sui neonati di macachi. Questi video, estremamente violenti e crudeli, mostravano pratiche di tortura estrema e disumana, come l’uccisione di cuccioli di macaco dalla coda lunga.
Il capo di questa rete di torturatori, Michael Macartney, aveva creato e gestiva diversi gruppi di chat su Telegram, in cui condivideva idee per video di tortura personalizzati. Le richieste alle quali si faceva riferimento erano raccapriccianti: martelli, pinze, cacciaviti e persino il fuoco venivano utilizzati per infliggere sofferenze agli animali. L’indagine ha rivelato che almeno 20 persone erano attive in questi gruppi, contribuendo alla creazione di contenuti di violenza estrema.
IL RUOLO DEI TRE PRINCIPALI DISTRIBUITORI
Michael Macartney, noto come “Torture King”, è stato identificato come uno dei tre principali distributori dei video di tortura. Oltre a lui, un ex ufficiale dell’aeronautica americana e due torturatori indonesiani sono stati coinvolti nell’organizzazione di queste pratiche.
Le due donne britanniche, Holly LeGresley e Adriana Orme, sono state arrestate e accusate di aver pubblicato video di torture sugli animali. Holly LeGresley, in particolare, era una moderatrice di uno dei gruppi gestiti da Michael Macartney ed è stata coinvolta nella preparazione di alcuni dei video più estremi.
I recenti arresti e le accuse rivolte a questi individui dimostrano la gravità e l’orrore delle pratiche di tortura sugli animali perpetrate da questa rete criminale.
GLI SVILUPPI FUTURI
L’inchiesta è ancora in corso e le autorità stanno lavorando per identificare e arrestare tutti i membri attivi di questa rete di torturatori. È fondamentale che la giustizia venga fatta e che coloro che commettono atti di crudeltà sugli animali vengano puniti secondo la legge. La lotta contro il maltrattamento degli animali è un obiettivo prioritario, e attraverso la denuncia e la punizione dei responsabili si può contribuire a proteggere la vita e il benessere degli animali.
Questo caso evidenzia la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del rispetto verso gli animali e di promuovere una cultura di protezione e salvaguardia degli esseri viventi che condividono il nostro pianeta. La violenza e la crudeltà verso gli animali non possono e non devono essere tollerate, e solo attraverso un impegno comune possiamo creare un mondo migliore per tutti.