TRAGEDIA NELLA CHAT DELLA SCUOLA: LA STORIA DEL CYBERBULLISMO
UNA TRAGEDIA INACCETTABILE
Una tragedia ha colpito la scuola JFS di Londra tre anni fa, quando una ragazzina di 14 anni si è tolta la vita a causa del cyberbullismo subìto all’interno di una chat di gruppo. La giovane si è vista esclusa dai suoi compagni, che hanno creato una chat chiamata “Squadra suicida” con l’intento di prendere in giro la vittima. La situazione è emersa quando uno dei ragazzi ha testimoniato alle autorità che il gruppo condivideva foto delle compagne della scuola, ridicolizzandole per il loro aspetto fisico e creando fotomontaggi di natura sessuale.
SEGNI DI DISAGIO
La situazione è peggiorata quando la giovane ha iniziato a ricevere commenti negativi su TikTok, tanto da decidere di non voler più frequentare la scuola e chiedere ai genitori di poter cambiare istituto. Nonostante i genitori avessero cercato di supportare la figlia, la ragazza aveva già deciso di compiere il gesto estremo. Il padre, non conoscendo il bullismo subito dalla figlia, stava valutando con lei la possibilità di cambiare scuola quando è avvenuto il tragico evento.
DIFFICOLTÀ NELLE INDAGINI
Le indagini per istigazione al suicidio si sono rivelate complesse, dal momento che non sono emerse prove concrete riguardo alla condivisione di immagini e filmati sulla chat di gruppo. Dopo la morte della ragazzina, l’ex vicepreside della scuola ha chiesto ai ragazzi di chiudere il gruppo, ma secondo la presidenza della scuola l’istituto non era a conoscenza della chat a sfondo bullistico prima del tragico evento.
IL DOLORE DEI FAMILIARI
La famiglia della giovane ha vissuto un dolore immenso, scoprendo solo dopo la morte della figlia il calvario che stava affrontando a causa del bullismo subìto. Il silenzio della ragazza riguardo al suo malessere ha reso ancora più difficile intervenire per evitare la tragedia.
CONCLUSIONI
Questa storia tragica evidenzia ancora una volta l’importanza di combattere il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole, promuovendo la consapevolezza e offrendo supporto ai giovani che ne sono vittime. Le istituzioni, le famiglie e la società nel suo complesso devono lavorare insieme per prevenire episodi come questo e proteggere la salute mentale dei giovani. Non possiamo permettere che storie come questa si ripetano, è necessario agire con urgenza per garantire un ambiente sicuro e rispettoso per tutti i ragazzi.