IL RUSSIA INSISTE NELLE ACCUSE ALL’UCRAINA
La Russia continua a puntare il dito contro l’Ucraina riguardo all’attacco alla sala concerti del Crocus City Hall a Mosca. Il capo dei servizi di sicurezza russi Fsb, Alexander Bortnikov, ha accusato l’Ucraina senza presentare prove concrete, e ha minacciato “misure di rappresaglia”.
COINVOLGIMENTO DI STATI UNITI E REGNO UNITO
Bortnikov ha esteso le accuse coinvolgendo anche Stati Uniti e Regno Unito, sostenendo che dietro l’attentato ci siano anche questi due paesi. Le accuse sono state respinte da Kiev e definite “menzogne” dal ministro degli Esteri ucraino.
SCONTRO SU POSSIBILE FUGA DEGLI ATTENTATORI
Secondo l’Fsb, gli attentatori avrebbero cercato di fuggire in Ucraina subito dopo l’attacco, cercando di essere accolti come eroi. Tuttavia, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha dichiarato che gli assalitori hanno tentato di fuggire in Bielorussia prima di dirigersi verso il confine ucraino.
INCREMENTO DELLA TENSIONE IN UCRAINA
L’attentato è avvenuto in un momento di grande tensione in Ucraina, dove è in corso da tre anni una guerra contro la Russia. La Polonia ha segnalato un sconfinamento di un missile russo nello spazio aereo polacco durante un attacco missilistico in Ucraina, e si sta valutando la possibilità di abbattere i missili che minacciano il territorio dell’Alleanza.
CONTROMISURE DI KIEV E NUOVI CAMBI AI VERTICI
Kiev ha riportato di aver messo fuori uso una nave da guerra russa nel Mar Nero e il presidente ucraino Zelensky ha effettuato un cambio ai vertici della sicurezza nazionale, nominando un nuovo capo dei servizi segreti esteri. Il precedente segretario del Consiglio di sicurezza diventerà ambasciatore in Norvegia.
Il Cremlino ha mantenuto le accuse contro l’Ucraina nonostante le smentite e la tensione è destinata a crescere nel contesto geopolitico già instabile dell’Europa orientale.
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