Attentato al Crocus City Hall a Mosca
Gli USA avevano avvertito la Russia del fatto che il Crocus City Hall fosse un potenziale obiettivo di un attacco terroristico almeno due settimane prima dell’attentato nel quale sono morte oltre 140 persone, rivendicato poi dall‘Isis-K.
La rivelazione è stata fatta dal Washington Post, che cita dirigenti americani protetti dall’anonimato e a conoscenza della questione. L’alto livello di specificità indicato nell’alert contraddice le affermazioni di Vladimir Putin e i suoi collaboratori, secondo i quali gli avvertimenti provenienti dall’Occidente erano “troppo generici” per permettere di fermare un possibile attentato.
Contromisure insufficienti?
Il retroscena svelato solleva dubbi sulle contromisure adottate dal Cremlino per prevenire l’attacco al Crocus City Hall e garantire la sicurezza. Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti russi, ha dichiarato che le informazioni condivise dagli Stati Uniti erano “troppo generiche” e non hanno permesso di identificare completamente i responsabili dell’attacco.
Putin ringrazia gli USA per passate collaborazioni
È importante sottolineare che in passato Putin ha ringraziato gli Stati Uniti per aver condiviso informazioni cruciali che hanno permesso di sventare attacchi terroristici a San Pietroburgo nel 2017 e nel 2019, durante il mandato di Donald Trump.
Accuse alla Ukraine e azioni legali
Dopo l’attentato al Crocus City Hall, la Russia ha puntato il dito contro l’Ucraina e ha annunciato di citare in giudizio Kiev davanti alle Corti internazionali per il presunto coinvolgimento in atti di terrorismo sul suolo russo. Secondo le autorità russe, il numero uno del Servizio di sicurezza di Kiev, Vasyl Malyuk, sarebbe dietro all’attacco alla