“Adani critica Allegri dopo la sconfitta contro l’Udinese: ‘Le scuse sono finite'”

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Massimiliano Allegri e la Juventus: la caduta di un gigante

IL CONFRONTO CON L’INTER E LA REALTÀ DEI FATTI

Un punto in tre partite, e il tonfo coi friulani è ancora più fragoroso perché mette (o quasi) la parola fine sulla possibilità di competere per lo scudetto. Lo stesso tecnico sembra aver ammainato la bandiera dimensionando gli obiettivi stagionali al ritorno in Champions.

Un orizzonte oggettivamente limitato per un club che quest’anno non aveva nemmeno le Coppe a prosciugare energie e non è stato in grado di reggere il passo dei nerazzurri al netto di un parco calciatori che permetteva (e permette) ben altre ambizioni. Com’è possibile?

Adani è sintetico nella riflessione, la argomenta in pochi punti lasciando che a parlare siano i fatti, quel che si vede, ciò che è tangibile e non frutto d’interpretazioni personali. Il nocciolo della questione non è esclusivamente l’incapacità dell’attuale allenatore bianconero nel dare un gioco e un’identità differenti alla squadra nonostante abbia a disposizione una rosa di livello.

No. Adani elenca i nomi di alcuni dei calciatori più rappresentativi della ‘vecchia signora’ e lo fa per sottolineare il ragionamento emerso nel corso della recente Domenica Sportiva quando, dopo il successo della squadra di Inzaghi nello scontro diretto, Pecci e Collovati sostenevano che la rosa dell’Inter fosse nettamente superiore a quella della Juve.

“C’è un lavoro e c’è un percorso”, affermò marcando una differenza netta tra i due allenatori. “Rabiot, Locatelli, Yildiz, Milik, Chiesa, Cambiaso che è da Real Madrid… – è l’incipit del video di Adani -. Stavo facendo due conti anche sul valore delle rose, perché ultimamente dobbiamo fare i contabili, i commercialisti… solo che settimana scorsa qualcheduno ha fatto finta di non capire”.

Non fa i nomi ma non occorre la sfera di cristallo per capire che il riferimento è ai colleghi opinionisti della Rai con i quali ha dibattuto una settimana fa mentre Allegri lo ascoltava fuori-onda non senza mostrare insofferenza a microfoni spenti.

L’ultima parte della clip è dedicata più direttamente ad Allegri, da cui prende in prestito l’espressione sul “calcio che è una cosa semplice” e la usa a mo’ di spazzaneve per fare spazio alla verità dei fatti.

“Oppure com’era il calcio? Semplice? Ma se è semplice, possiamo vedere una partita del genere? Se è così semplice… perché le scuse sono finite. Le scuse sono finite. Responsabilità, comunicazione corretta, autocritica, analisi profonde, giuste, perché l’Udinese non aveva Bierhoff, Alexis Sanchez, Marcio Amoroso… non aveva questi calciatori. La verità è una: che padre tempo, come sempre, opera in silenzio”.

Allegri, dovrà ora riflettere su queste parole e trovare il modo per riscattare la sua reputazione. A giudicare dai risultati della squadra, sarà una sfida tutt’altro che semplice.

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