Accuse inaccettabili ad associazioni umanitarie a Gaza, secondo Msf

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IL DIRETTORE GENERALE STEFANO DI CARLO A LAPRESSE: “NESSUNA INFORMAZIONE CHE CI FOSSERO TERRORISTI NEGLI OSPEDALI”

Il direttore generale di Medici Senza Frontiere, Stefano Di Carlo, ha risposto alle accuse dell’IDF riguardanti presunte connivenze e complicità tra le associazioni umanitarie e Hamas definendole “inaccettabili”. In un’intervista con LaPresse, Di Carlo ha chiarito che non esistono informazioni che confermino la presenza di terroristi negli ospedali.

NESSUNA ACCUSA FONDATA

Di Carlo ha ribadito che le accuse mosse nei confronti delle associazioni umanitarie sono infondate e ha sottolineato l’importanza dei principi di distinzione e proporzionalità nelle operazioni umanitarie. Ha dichiarato che attaccare una struttura ospedaliera sulla base di sospetti privi di conferme concrete comprometterebbe gravemente l’accesso alle cure per la popolazione locale.

NESSUN TERRORISTA NEGLI OSPEDALI

Il direttore generale di MSF ha sottolineato che non ci sono informazioni attendibili riguardo alla presenza di terroristi negli ospedali. Ha evidenziato come la diffusione di una narrazione infondata abbia causato la chiusura di numerose strutture sanitarie nella Striscia di Gaza, mettendo a repentaglio la salute e la vita di molte persone.

IL PRINCIPIO DI IMPARZIALITÀ NEGLI AIUTI UMANITARI

Di Carlo ha posto l’accento sul principio fondamentale di imparzialità che guida l’operato di Medici Senza Frontiere, sottolineando che ogni individuo, indipendentemente dalla sua appartenenza politica o sociale, ha diritto alle cure necessarie. Ha evidenziato il dilemma morale che si pone di fronte alle situazioni di conflitto, dove è essenziale garantire l’accesso alle cure senza discriminazioni.

CONCLUSIONE

La posizione di Stefano Di Carlo evidenzia l’importanza della neutralità e dell’imparzialità nelle operazioni umanitarie, sottolineando il rischio di compromettere la salute e la vita di molte persone in situazioni di conflitto. Le accuse infondate e la diffusione di una narrazione falsa posizionano gli operatori umanitari in una situazione delicata, mettendo a rischio la possibilità di svolgere efficacemente il proprio lavoro. La verità e la trasparenza sono fondamentali per garantire il rispetto dei diritti umani e il benessere delle comunità colpite dalla guerra.

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