“844mila nuovi rapporti di lavoro in 11 mesi, più della metà a tempo indeterminato”

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LAVORO ECONOMICO IN CRESCITA

Nei primi 11 mesi del 2023 sono stati attivati nel complesso 7.649.869 nuovi contratti di lavoro nel settore privato (esclusi i domestici e gli operai agricoli) a fronte di 6.805.822 cessazioni con un saldo positivo di 844.047 contratti nel periodo. È quanto emerge dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps secondo il quale il dato è migliore rispetto a quello dello stesso periodo del 2022 quando i contratti erano stati 743.658. Nei primi 11 mesi del 2023 la variazione netta dei rapporti di lavoro in essere a tempo indeterminato è stata positiva per 435.904 unità.

ESPANSIONE DEI MERCATI ESTERI

L’Istat ha anche comunicato le stime a dicembre 2023 su import ed export: si è rilevato un aumento congiunturale delle esportazioni (+1,2%) – sintesi di incrementi analoghi per le due aree, Ue (+1,3%) ed extra-Ue (+1,1%) – e una riduzione delle importazioni (-1,9%).  Nello stesso mese l’export si riduce su base annua del 7,8% in termini monetari (era -4,2% a novembre) e del 10,3% in volume. La flessione dell’export in valore è più ampia per i mercati Ue (-8,8%) rispetto a quelli extra-Ue (-7,0%). L’import registra una flessione tendenziale del 17,6% in valore, sintesi di una più marcata contrazione per l’area extra Ue (-26,7%) rispetto a quella Ue (-9,8%); in volume, si riduce del 5,3%. Nel quarto trimestre 2023, rispetto al precedente, l’export cresce dell’1,4%, l’import dello 0,9%.

SALDO COMMERCIALE IN AUMENTO

La stima del saldo commerciale a dicembre 2023 è pari a +5.614 milioni di euro (era +685 milioni a dicembre 2022). Il deficit energetico (-4.635 milioni) è in forte riduzione rispetto all’anno precedente (-8.997 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici sale da 9.681 milioni di dicembre 2022 a 10.249 milioni di dicembre 2023.

EFFETTI SU SETTORI SPECIFICI

Tra i settori che più contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-14,5%), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (-11,2%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-19,5%) e sostanze e prodotti chimici (-10,1%). Crescono su base annua le esportazioni di articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti non classificati altrove (n.c.a.) (+2,7%) e apparecchi elettrici (+1,0%).

MERCATI ESTERI IN CONTRAZIONE

Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori alla riduzione dell’export nazionale sono: Francia (-12,5%), Germania (-11,8%), Stati Uniti (-5,3%) e Cina (-16,5%). Crescono le esportazioni verso i paesi Opec (+26,5%). 

In sintesi, i dati confermano una tendenza positiva nel settore del lavoro e dell’economia, con un aumento delle esportazioni e un saldo commerciale in crescita. Tuttavia, alcune aree specifiche del mercato estero mostrano una riduzione delle esportazioni, mentre emergono differenze significative nei contributi dei singoli paesi alla diminuzione complessiva dell’export nazionale.

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